Kissinger premia Napolitano

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sabato1Di Salvo Barbagallo

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Kissinger premia Napolitano. Perché?

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Probabilmente non abbiamo letto bene i quotidiani degli ultimi giorni, ma la notizia che Giorgio Napolitano fosse stato insignito del Premio Henry Kissinger 2015” dall’American Academy, snodo cruciale dei rapporti Usa-Germania, l’abbiamo appresa indirettamente dal Corriere della Sera grazie a una intervista di Paolo Valentino all’ex segretario di Stato USA. Ma poi, ad una più attenta lettura, l’abbiamo ritrovata anche altrove.

Ed ecco che “Il secolo d’Italia” pone subito chiaramente un commento: “La notizia dovrebbe inorgoglirci e farci piacere. Non capita spesso che un uomo politico di lungo corso, che ha attraversato in lungo e in largo la storia del XX secolo e messo i piedi (con non poco peso e non trascurabile influenza) anche nelle vicende del Ventunesimo, riceva un premio così prestigioso. Eppure, in tutta onestà, non riusciamo proprio a fare salti di gioia né ce la sentiamo di levare il calice per brindare al riconoscimento attribuito all’ex presidente della Repubblica”.

Un commento, ma c’è da porsi una domanda: perché “questo” premio a Giorgio Napolitano? La motivazione di questo ambìto riconoscimento è “per meriti nel processo di integrazione dell’Europa, dalla guerra alla divisione del continente”. E dobbiamo chiederci, nella nostra profonda ignoranza, di quali “processi d’integrazione” si sta parlando? Come non condividere il pensiero di Silvano Moffa “…di quale integrazione si sia fatto promotore Napolitano, proprio non riusciamo a trovar traccia nel suo lungo e articolato curriculum vitae. Forse  è un nostro limite di conoscenza. Salvo che, per saperne di più, ci si debba rivolgere al Club Bilderberg…”.

Poi, andando a rispolverare i giornali dei giorni precedenti, ritroviamo sul quotidiano “La Stampa” un servizio di Antonella Rampino e leggiamo: …è la prima volta che il prestigioso premio, che ha avuto come destinatari tra gli altri Helmut Kohl, George Bush (senior), James Baker e quell’Helmut Schmidt del quale lo stesso Napolitano apprezzò l’analisi fortemente critica della politica tedesca nella crisi dell’eurozona, va a un italiano. Di più: è la prima volta che va a un politico del Sud dell’Europa, a un uomo del Mediterraneo. Napolitano, che lo condividerà con l’ex ministro degli Esteri tedesco Hans-Dietrich Genscher, è stato designato l’11 marzo scorso «in riconoscimento degli straordinari contributi al consolidamento dell’integrazione e stabilità europea», segno di quanto si abbia consapevolezza anche all’estero del certosino lavoro di tessitura nei rapporti interni ed internazionali e del polso saldo con cui dal Colle si affrontarono, nel 2011 e nel 2013, due crisi politiche italiane che avrebbero potuto minare con la stabilità dell’eurozona anche quella dell’area del dollaro…”.

C’è qualcuno che ricorda ancora come nel 2001, a Cernobbio, Kissinger salutò calorosamente l’ex ministro degli Esteri ombra del Pci:My favourite communist, il mio comunista preferito…

sabato2E c’è qualcuno ancora che ricorda cosa accadde a Moro, come l’analista John Coleman che ha ricostruito e documentato l’eliminazione del leader DC ed il coinvolgimento di Kissinger, nel libro “THE STORY OF THE COMMITTEE OF 300” (pubblicato nel 1992 e mai tradotto in Italia), dove si legge ”Aldo Moro fu un leader che si oppose alla “crescita zero” e alla riduzione della popolazione pianificata dal NWO per l’Italia, per questo incorrendo nelle ire del Club di Roma, un’entità creata dagli Olympians della Commissione dei 300 per portare a compimento le sue politiche. In un tribunale di Roma, un amico intimo di Aldo Moro, il 10 di Novembre del 1982, testimoniò che l’ex Presidente del Consiglio fu minacciato da un agente della RIIA (Istituto Reale per gli Affari Internazionali) – che era anche membro della Commissione dei 300 – mentre era il Segretario di Stato USA in carica. Quest’uomo era Henry Kissinger. Moro fu rapito dalle Brigate Rosse nel 1978 ed in seguito assassinato brutalmente. Fu al processo alle Brigate Rosse che diversi di loro testimoniarono che erano a conoscenza di un coinvolgimento degli USA ai massimi livelli nel complotto per uccidere Aldo Moro. Mentre minacciava Moro, Kissinger stava agendo non in qualità di rappresentante della politica estera degli Stati Uniti, ma piuttosto secondo le istruzioni ricevute dal Club di Roma, il braccio che si occupava della politica estera della Commissione dei 300”.

Noi, purtroppo, non ricordiamo e ci complimentiamo per questo “premio” a Giorgio Napolitano…

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